La lingua romena viene parlata come lingua madre da più di 24 milioni di persone in Romania, Moldavia e in diverse parti della Serbia, Bulgaria, Russia, Ucraina e Ungheria. È inoltre parlata dalle comunità dell’emigrazione romena all’estero, in particolar modo in Italia e in Spagna, ma anche in Francia, Stati Uniti e Canada: i migranti rumeni si stima superino il 10% dei rumeni in patria.
La lingua rumena corrisponde ad un gruppo di 4 lingue:
- Il dacorumeno o rumeno tout court, parlato in Romania e Moldavia come lingua ufficiale;
- L’arumeno o macedorumeno, lingua minoritaria in Romania, Grecia, Albania, Macedonia e Bulgaria;
- Il meglenorumeno o meglenitico, lingua minoritaria in Romania, Grecia, Macedonia, Bulgaria e Turchia;
- L’istrorumeno, lingua minoritaria in Croazia.
Il gruppo rumeno è una lingua romanza blacanica, l’unica assieme allo scomparso dalmatico, la cui base lessicale all’80% è latina, ma in cui, soprattutto in termini molto comuni, si apprezza una notevole presenza di termini di origine slava. L’influenza slava è tra l’altro evidente anche in altri aspetti linguistici, come ad esempio la morfologia verbale.
Fra tutte le lingue romanze, il rumeno (dacorumeno) presenta un’evoluzione maggiormente naturale; ha infatti un carattere piuttosto popolare poiché non è stata interrotta nel suo sviluppo da una letteratura classica in senso stretto; questo spiega, fra l’altro, il fatto che questa lingua possieda una quantità importante di vocaboli e forme derivate dal latino volgare che nelle altre lingue romanze sono state soppiantate, in modo artificiale, dall’introduzione di cultismi.
È l’unica lingua romanza, tra l’altro, che vuoi per il suo carattere conservativo, vuoi per l’influenza slava, ha mantenuto parte della flessione latina.