La lingua bulgara è una lingua slava meridionale parlata da quasi 8 milioni di persone, residenti principalmente in Bulgaria, con circa 700.000 parlanti sparsi tra Moldavia, Ucraina, Romania, Grecia, Serbia, Turchia, Ungheria, Israele, Stati Uniti e Canada. È lingua ufficiale della Bulgaria e della repubblica monastica del Monte Athos. È lingua co-ufficiale o minoritaria riconosciuta in Moldavia, Romania e Serbia (eccetto nel Banato serbo).
Il bulgaro è la più antica lingua scritta e letteraria fra le lingue slave. Nella metà del IX secolo (863) i fratelli Santi Cirillo e Metodio, di Salonicco, crearono l’alfabeto glagolitico, proprio ispirandosi al sistema fonetico della parlata bulgara antica. Con questo alfabeto tradussero le sacre scritture dal greco bizantino all’antico bulgaro. Questa lingua, che si parlava nella metà del IX secolo a nord e ad est della città di Salonicco, divenne così una lingua scritta. L’anno 863 si deve considerare come l’inizio della lingua letteraria bulgara.
Nella storia della lingua bulgara si riconoscono quattro periodi:
- antecedente alla scrittura (prima del IX secolo);
- antico bulgaro (IX – XII secolo);
- medio bulgaro (XII – XIV secolo);
- bulgaro moderno (dopo XV secolo).
Nel corso dello sviluppo storico la lingua bulgara, in contatto con altre lingue vicine non slave, cambiò e si differenziò dalle altre lingue slave, in particolare per:
- la quasi scomparsa delle declinazioni e dei casi esistenti in proto-slavo, fatte salve alcune vestigia (pronomi personali, forme al vocativo, ecc.);
- la posposizione dell’articolo determinativo;
- la conservazione di un ricco sistema verbale.
Vari alfabeti cirillici composti da 28 fino a 44 lettere vennero utilizzati per la codificazione del bulgaro moderno fino a che non venne proposto da Marin Drinov un alfabeto di 32 lettere, poi ridotto a 30 nel 1945, che è l’alfabeto attuale.